Smart City

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Sinopsis

Dall'intelligenza artificiale alle nanotecnologie, dalla blochckain ai nuovi materiali, dall'energia che cambia alla digital transformation, dall'auto elettrica all'economia economia circolare: ogni giorno a Smart City idee e storie di innovazione dalla voce dei protagonisti.

Episodios

  • E’ un riso resistente al brusone la prima varietà TEA sperimentata in campo aperto

    17/06/2024

    Solo 28 metri quadri, la superficie di una stanza: è così che per la prima volta dopo vent’anni, in Italia, si torna a sperimentare in campo aperto una specie agricola ingegnerizzata. Si tratta di una nuova varietà di riso Arborio in cui sono stati disattivati tre geni che lo rendono suscettibile al Brusone, una malattia causata da un fungo che rappresenta il principale patogeno del riso in tutto il mondo. È la prima sperimentazione di riso ottenuto con le cosiddette TEA - Tecniche di Evoluzione Assistita - con cui si inducono nel patrimonio genetico delle piante delle modifiche puntuali del tutto simili a quelle che si verificano spontaneamente in natura, senza l’inserimento di materiale genetico estraneo come avviene coi cosiddetti OGM, che rimangono vietati. Ce ne parla Vittoria Brambilla, professoressa di Botanica Generale presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università Statale di Milano.

  • Dagli studi sulle membrane un nuovo filtro per sconfiggere l’inquinamento da arsenico

    13/06/2024

    L’arsenico è noto fin dall’antichità per essere un veleno potentissimo. Il motivo di tanta pericolosità è dovuto alla sua somiglianza chimica col fosforo, un elemento chiave della vita, col quale è in grado di confondersi e di prenderne il posto, causando tumori o, in dosi elevate, sindromi ancora più acute e letali. Tra le possibili fonti di avvelenamento c’è anche l’acqua. Infatti l’arsenico può contaminare le acque di falde, fiumi e laghi, sia per cause antropiche che per cause naturali. Dunque è di grande interesse lo studio dell’Università di Pisa, in collaborazione con l’Università della Calabria e l’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR, che è stato pubblicato sulla rivista Nature Water: lo studio descrive infatti un nuovo tipo di membrana capace di eliminare selettivamente l’arsenico dall’acqua, senza privarla di altri sali fondamentali. Ce lo racc

  • Un materiale chirale per interagire con la vita

    12/06/2024

    Continuiamo a parlare di borofene. Infatti, la forma bidimensionale dell’atomo di boro è una delle grandi speranze del mondo dei materiali; perfino in grado di insidiare il grafene, il primo materiale bidimensionale mai scoperto, al centro di una infinità di ricerche e applicazioni. Caratteristica distintiva del borofene è avere numerosi varianti con proprietà chimiche e fisiche diverse. Per esempio, in uno studio pubblicato su ASC Nano, ricercatori della Pennsylvania State University hanno dimostrato che al borofene può essere impartita una precisa chiralità, una caratteristica presente in tutte le molecole appartenenti agli organismi viventi, che gli permetterebbe di interagire in modo mirato con elementi biologici. Ne parliamo ancora con Camilla Coletti, coordinatrice del centro IIT di Pisa e dei Graphene Lab dell’IIT di Genova.

  • Borofene: il grafene ha un concorrente?

    11/06/2024

    Il Grafene, la versione bidimensionale del carbonio che da anni si è guadagnato l’attenzione dei ricercatori grazie alle sue straordinarie proprietà, ha ora un temibile concorrente: il borofene. Sintetizzato per la prima volta nel 2015, il borofene è ancora più conduttivo, più leggero, più sottile, più resistente e più flessibile. Inoltre, mentre il grafene è un foglio di atomi di carbonio disposti a nido d’ape e non può avere altre strutture, il borofene può formare fogli di spessore mono-atomico con strutture differenti. Così come un pavimento può essere ricoperto con piastrelle di forma diversa, l’atomo di boro può dare origine a reticoli composti da triangoli, esagoni e combinazioni dei due, ognuna delle quali con proprietà fisiche e chimiche diverse. Ciò spiega alcune delle sue proprietà straordinarie, ma è anche il motivo per cui è molto più diffic

  • Da sottoprodotti a rifiuti: un pasticcio mette a rischio intere filiere di economia circolare

    10/06/2024

    Che cosa sono le potature del verde pubblico? Sottoprodotti o rifiuti? E i materiali da demolizione? Spesso lo sviluppo di intere filiere dell’economia circolare si infrange contro un singolo sostantivo; una parola che fa la differenza tra la possibilità concreta di valorizzare un materiale all’interno di un ciclo produttivo e il suo smaltimento come rifiuto. A stabilire cosa sia sottoprodotto o rifiuto è la legge, che però non sempre è chiara, e soprattutto è ondivaga. Infatti, le risposte del MASE a due interpelli, riguardanti sfalci e potature del verde pubblico, e i successivi chiarimenti chiesti a Bruxelles prospettano un regresso di 15 anni nell’interpretazione della legge sui sottoprodotti che rischiano di mettere in crisi interi pezzi di filiere dell’economia circolare, come quella del biogas e del teleriscaldamento a biomassa. Ma anche delle demolizioni, del lavanolo, e altri settori. Ne parliamo con Vanessa Gallo, Segretario Generale di FIPE

  • Il progetto MIMOSA: due anni dopo

    06/06/2024

    Realizzare, grazie alla stampa 3D, componenti meccanici capaci di integrare, senza soluzione di continuità, materiali compositi in fibra di carbonio e materiali metallici che prevedono processi industriali profondamente diversi.  È questo l’obiettivo del progetto MIMOSA, coordinato dal Politecnico di Torino e giunto al secondo anno: si tratta di uno dei progetti più innovativi del settore aeronautico, il cui obiettivo è dare vita a strutture più leggere e più resistenti, a partire dalla coda dell’aereo, sul cui caso si stanno esercitando i ricercatori torinesi. Ce ne parla il professor Giorgio De Pasquale, responsabile dello Smart Structures and Systems Lab presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale (DIMEAS) del Politecnico di Torino, e coordinatore scientifico del progetto MIMOSA.

  • La prima cabina elettrica sommergibile e la “stagione dei monsoni”

    05/06/2024

    È stata inaugurata lo scorso novembre, a Milano, la prima cabina elettrica secondaria interrata. Si tratta di un unicum con cui si punta a rispondere al bisogno di rafforzare la rete elettrica in media e bassa tensione, che negli ultimi anni, tra ondate di calore e allagamenti, è stata messa a dura prova con numerose interruzioni del servizio nei momenti più caldi dell’anno. Ci chiediamo, quindi, come sia andata con la stagione simil-monsonica che ci stiamo solo ora lasciando alle spalle. Infatti, il cambiamento climatico mette a dura prova questi componenti essenziali del sistema elettrico, il cui compito è convertire l’energia elettrica dalla media tensione (10 o 20 mila volt) alla bassa tensione: i 220 volt che giungono nelle case di tutti noi. Ne parliamo con Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A.

  • Dialogare in linguaggio naturale con le macchine utensili: a BI-REX ci provano

    04/06/2024

    Questa sera vi portiamo a BI-REX, il Competence Center di Bologna specializzato nei Big Data, il cui obiettivo è portare la piccola e media impresa italiana nell'era dell'Industria 5.0, rendendo accessibili le competenze, risorse e infrastrutture necessarie. Da pochi giorni, infatti, BI-REX ha presentato una nuova Linea Pilota, figlia di un investimento di 3,5 milioni di euro finanziato dal Mimit: un prototipo di linea di fabbricazione digitale, dotata dei sistemi di produzione più all’avanguardia, con un forte focus sulle soluzioni basate su robotica e AI. In particolare, visto anche il momento di eccezionale attenzione, la nuova linea pilota permette di sperimentare l’integrazione nei processi di fabbricazione della cosiddetta Intelligenza artificiale generativa, grazie alla quale diventa possibile dialogare coi macchinari e ricevere da essi informazioni in linguaggio naturale. Ce ne parla Stefano Cattorini, direttore generale di Bi-Rex.

  • Un algoritmo per pianificare la transizione energetica dei mezzi pesanti

    03/06/2024

    Prendere una decisione in un contesto pieno di incertezze. Questo è il difficile lavoro cui sono chiamate le imprese di trasporto, impegnate a programmare il rinnovo della propria flotta di mezzi pesanti in un contesto che, da un lato, spinge per la transizione energetica e dall’altro offre poche soluzioni e ancora meno certezze su quali soluzioni si affermeranno (carburanti sintetici, biocarburanti, elettricità, idrogeno). Il “problema della sostituzione della flotta” è da tempo oggetto della ricerca matematica ed economica e, di recente, un gruppo di ricercatori della WHU – Otto Beisheim School of Management ha messo a punto un sofisticato algoritmo che promette di aiutare i fleet manager a decidere su quali tecnologie investire. Ne parliamo con Marialisa Nigro, professoressa di Trasporti all’Università degli Studi Roma Tre.

  • Una “ceretta” hi-tech per restaurare i monumenti

    30/05/2024

    Siamo nel campo della conservazione dei beni culturali, in cui un team di ricercatori dell’Università Alma Mater di Bologna ha messo a punto un particolare tessuto-non-tessuto che, accoppiato con opportuni gel che agiscono come solventi, aiuta i restauratori a dare nuova vita a reperti e opere d’arte per mezzo di una efficace operazione che ricorda la depilazione con la ceretta. Una tecnica non solo efficace, ma anche in grado di mettere al riparo i restauratori da un’eccessiva esposizione agli agenti chimici usati nelle procedure di restauro. Ne parliamo con Silvia Prati, professoressa di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna.

  • Metalli pesanti nell’acqua? Ce lo dicono le diatomee grazie a un nuovo esame ottico

    29/05/2024

    Messa a punto dall’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti del CNR una nuova metodologia per rilevare la presenza di metalli pesanti nelle acque. Come è noto, questo tipo di inquinamento è quasi sempre causato da attività industriali ed è particolarmente problematico perché, risalendo la catena alimentare, i metalli pesanti finiscono prima o poi anche nel nostro piatto con conseguenze tutt’altro che desiderabili. Caratteristica distintiva del nuovo test è la capacità di quantificare la presenza di rame nell’acqua, basandosi su una tecnica che permette di valutare lo stato di salute di alcune particolari micro-alghe presenti un tutto il globo, sia nella acque dolci che salate. Ce ne parla Vittorio Bianco, primo ricercatore del Cnr-Isasi e autore della ricerca, i cui risultati sono stati descritti sulla rivista Scientific Reports.

  • Fotovoltaico galleggiante al posto delle dighe

    28/05/2024

    Realizzare un fotovoltaico galleggiante sui bacini delle vecchie dighe, anziché costruire dighe nuove. Secondo uno studio pubblicato su Nature Energy, il continente africano avrebbe buone ragioni per seguire questa strada, che promette di offrire una soluzione alternativa alla fame di elettricità dell’Africa con un impatto molto minore non solo sugli ecosistemi, ma anche e soprattutto sulle comunità, poiché è ben noto che le grandi dighe provocano pesanti conseguenze sul territorio e sulla disponibilità di acqua della comunità a valle, che non di rado sfociano in conflitti veri e propri. Lo studio è il frutto del lavoro condotto dai ricercatori dell’Environmental Intelligence for Global Change Lab al Politecnico di Milano, il cui direttore Andrea Castelletti ce ne parla in questa puntata.

  • Ora l’IA fa anche il caffè…

    27/05/2024

    Questa sera partiamo da una notizia curiosa che arriva dalla Finlandia, paese campione mondiale di consumo di caffè con circa 12 kg a testa ogni anno, nella cui capitale una torrefazione artigianale ha introdotto una nuova miscela sviluppata da un’intelligenza artificiale. Un blending di varietà che, nel corso di un test alla cieca, ha incontrato l’approvazione degli esperti assaggiatori, i quali hanno ritenuto che non avesse bisogno di modifiche. Il risultato sorprende perché il sistema utilizzato tutto può avere tranne che il senso del gusto. Eppure funziona. Commentiamo questo studio con Davide Cassi, professore di Fisica della Materia presso l'Università di Parma.

  • Cuoio di pesce: messo a punto un olio vegetale capace di conferirgli idrorepellenza

    23/05/2024

    La pelle di pesce, scarto abbondantissimo dell’industria ittica, può sostituire la pelle animale nella produzione di cuoio e pellami. A tal fine, negli ultimi anni, si è fatta molta ricerca con l’obiettivo di mettere a punto processi di concia adeguati e, possibilmente, più sostenibili. In questo filone si inserisce il lavoro di alcuni ricercatori dell’IIT, i quali hanno messo a punto un olio vegetale capace di conferire idrorepellenza alla pelle di salmone, uno dei pesci più adatti alla produzione di pelli, per le dimensione e per quantità. Ne parliamo con Giovanni Perotto, ricercatore responsabile dello studio pubblicato su Green Chemistry.

  • Perché l'IA può dare una mano a studiare il Climate Change

    22/05/2024

    È possibile affidare a sistemi di intelligenza artificiale il compito di disegnare scenari climatici? Da alcuni anni l’IA è entrata prepotentemente in molti campi della ricerca, dove si effettuano simulazioni che richiedono grandi potenze di calcolo. Dalle simulazioni del cuore alle simulazioni del plasma incandescente della fusione nucleare, quel che si è visto è che spesso l’AI riesce a fare previsioni accurate, pur senza risolvere in senso fisico i problemi. Concretamente, questo significa effettuare calcoli analiticamente impossibili e risparmiare molto tempo. Il campo della meteorologia non fa eccezione: il Machine Learning ha dimostrato di funzionare in modo eccellente quando si tenta di passare da previsioni del tempo su grande scala a quelle su scala più locale, e nel fare predizioni di processi fisici che nessun modello numerico riesce a risolvere esplicitamente. E ora gli scienziati stanno cercando di estendere queste tecniche anche al caso, ancora pi&u

  • Geo strutture energetiche: a che punto siamo?

    21/05/2024

    Torniamo su un’idea di cui abbiamo parlato per la prima volta nel 2017, in occasione della prima sperimentazione sul campo di un tratto di tunnel geotermico: una sperimentazione che consisteva nell'integrare nelle pareti di un tratto di tunnel della linea metropolitana 1 di Torino, delle serpentine che, assorbendo o cedendo energia termica al terreno, permettevano di alimentare impianti di riscaldamento e di climatizzazione. Il percorso di sperimentazione è proseguito in varie tipologie di opere sotterranee, come per esempio i grandi parcheggi. Un’occasione imperdibile per abbattere i costi richiesti per la realizzazione ad hoc di un grande scambiatore di calore geotermico. Ne parliamo con Marco Barla, professore al Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica del Politecnico di Torino.

  • Dalle creme ai film cosmetici (sostenibili)

    20/05/2024

    Arriva dall’Università di Bologna una nuova tipologia di prodotti cosmetici che potremmo definire disidratati. L’idea è che un domani le creme possano essere sostituite da sottilissimi dischetti di film cosmetico che, non appena inumiditi, si trasformano in un gel spalmabile. La prospettiva offre moltissimi vantaggi: grazie al 95% di acqua in meno, i film cosmetici - così sono definiti dai ricercatori bolognesi - durano molto più a lungo, occupano meno spazio e richiedono pochissimi imballaggi; ma soprattutto, possono integrare molto più facilmente composti di origine naturale, che nelle normali creme si degraderebbero troppo rapidamente. L’ateneo bolognese ha già registrato un brevetto, di cui punta a utilizzare i proventi per continuare a finanziare la ricerca e lo sviluppo. Ce ne parla Valentina Sallustio, ricercatrice all'Università Alma Mater di Bologna.

  • Pressofusione da record finalista agli European Inventor Awards 2024

    16/05/2024

    Forgiare il telaio di un auto in pochi pezzi di grandi dimensioni: con questa invenzione, Fiorenzo Dioni, Ingegnere progettista di Idra Italia, si è inserito insieme al collega Richard Oberle tra i finalisti dello European Inventor Awards 2024, promosso dall’Ufficio Europeo dei Brevetti. Con altre due invenzioni, il 9 luglio si contenderà il primo premio della categoria industria. Per realizzare i componenti del telaio di un’automobile si utilizza la cosiddetta pressofusione (o più precisamente pressocolata), una tecnica inventata a metà Ottocento con cui si inietta del metallo fuso in uno stampo. Quello di aumentare le dimensioni degli stampi, e in generale degli oggetti creati con un’unica fusione, è un problema antico quanto la metallurgia, per il quale forgiare componenti su larga scala significa semplificare il processo e alleggerire il telaio. Ne parliamo con Fiorenzo Dioni, Ingegnere progettista di Idra Italia.

  • Progetto SUS3D: machine learning per mucche più felici

    15/05/2024

    Il progetto si chiama SUS3D, e mira a mettere a punto un protocollo che, senza dimenticare le 3 dimensioni della sostenibilità (economica, sociale e ambientale), offra agli allevamenti bovini nuovi strumenti tecnici e gestionali che permettano di tenere conto anche del benessere animale. Dopotutto, un bovino più felice fa anche più latte e offre carni di migliore qualità. Il benessere animale ha dunque anche una sua ragione economica. L’idea di elaborare nuove metriche per misurare a tutto tondo la sostenibilità degli allevamenti di bovini, con l’aiuto di sistemi di intelligenza artificiale e machine learning, sarà sviluppata grazie a fondi PRIN-PNRR da ricercatori dell'Università di Bologna dell'Università di Teramo e dell'Università dell’Aquila. Ne parliamo con Marco Bovo, ricercatore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna.

  • Robot con le zampe

    14/05/2024

    Ma chi l’ha detto che i robot devono avere due gambe? I bipedi, dopotutto, sono più un’eccezione che una regola. Quattro zampe sono decisamente meglio per correre; sei come gli insetti, o 8 come gli aracnidi sono pure meglio. La ricerca sui robot quadrupedi (talvolta con l’aggiunta di una o due braccia) ebbe un grande impulso nei primi anni 2000, grazie ai primi video della Boston Dynamics, che mostravano i primi robot a quattro zampe capaci di correre e saltare. Da allora è diventata anche una specialità dell’IIT di Genova, che qualche anno fa riuscì a far trainare dal robot quadrupede HyQReal un aereo Executive sulla pista dell’aeroporto di Genova. Su questo filone della robotica, facciamo il punto con Claudio Semini, coordinatore della linea di ricerca Dynamic Legged Systems.

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